Leggerlo potrebbe cambiare la storia
Un grande thriller
Un antico manoscritto
Una congregazione millenaria
Quale segreto nascondono i labirinti delle città sotterranee della Cappadocia?
A Kaymakli, una delle città sotterranee della Cappadocia, viene ritrovato un testo in aramaico inciso su una lamina di rame. Si tratta di un frammento del famoso Vangelo proibito, un antico codice che s’interrompe proprio nel punto in cui dovrebbe indicare il nascondiglio di un tesoro. A risolvere il mistero viene chiamato Brenno Branciforte, un ex falsario, ora funzionario di una speciale squadra investigativa dell’UNESCO per il recupero delle opere artistiche. Il professore si mette subito sulle tracce della parte mancante della lamina, facendosi aiutare dalla bella Yasmin, una guida turistica turca. Da quel momento si scatena una caccia spietata al manoscritto, che vede coinvolti una congregazione millenaria, custode di una profezia nascosta tra quelle antiche formule; i terroristi del famigerato Califfato, in cerca di reperti preziosi con cui finanziare il movimento jihadista dell’IS; gli efferati servizi segreti turchi, la polizia militare e l’onnipresente CIA. Una guerra senza esclusione di colpi, che non risparmia nessuno: dalle moschee di Istanbul ai suggestivi scenari della Cappadocia, in un Oriente popolato da oscure sette, per svelare un mistero che molti vorrebbero rimanesse tale.
La profezia dell’ultimo manoscritto del Mar Morto potrà sconfiggere il Califfato?
Oscure sette e servizi segreti sono disposti a tutto pur di impossessarsi dei misteri del Vangelo di rame
Hanno scritto dei suoi libri:
«Bruschini sfrutta di nuovo il proprio mestiere di cronista per costruire un avvincente thriller di fantasia basato su alcuni fatti reali e argomenti attuali tornati alla ribalta.»
Panorama
«Vito Bruschini ancora una volta confeziona alla perfezione una trama tessuta di personaggi ambigui, omicidi eccellenti, intrighi politici e servizi segreti deviati.»
Silvana Mazzocchi, la Repubblica
«The Father, il primo romanzo di Vito Bruschini dimostra come la capacità di riprodurre la ricca ambiguità che accompagna la vita, sia il modo vincente di raccontare una storia.»
la Repubblica