Con un saggio di James Joyce
Cura e traduzione di Giacomo Conserva
Introduzione di Sergio Perosa
Testo inglese a fronte
«Solo le Cose Mentali sono reali: di ciò che si chiama Corporeo Nessuno conosce la Dimora: è nella Fallacia, e la sua Esistenza un’Impostura. Dov’è l’Esistenza fuori della Mente o Pensiero? [...] Vedo attraverso l’occhio, non con l’occhio». Poeta, pittore e incisore tra i maggiori del Settecento, William Blake stupisce ancora oggi per la sua modernità. Interprete di una poesia d’avanguardia, egli infranse ogni schema tradizionale, nei versi come nella pittura, rivelando tutta la sua forza espressiva in un impulso “visionario” che raggiunge effetti di potente suggestione. Blake incarna con grande tensione la figura dell’artista-veggente che delinea in libri “profetici” un quadro esoterico dell’esistenza prepotentemente animato da simboli.
«Non cercare mai di dire al tuo amore amore
che mai non si può dire;
perché il vento gentile si muove / silenzioso, invisibile.
Ho detto il mio amore, ho detto il mio amore,
le ho detto tutto il mio cuore;
tremante, gelido, in terribili paure – ah, se ne va via.
Non appena se ne fu andata da me
uno straniero passò per caso;
silenzioso, invisibile – oh, non ci fu rifiuto.»